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Sezon 2
Tra il 1997 e i primi anni del 2000 il mondo e l'Italia si trovano ad affrontare varie ondate di influenza aviaria. Il culmine si ha quando una forma particolarmente virulenta del
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Tra il 1997 e i primi anni del 2000 il mondo e l'Italia si trovano ad affrontare varie ondate di influenza aviaria. Il culmine si ha quando una forma particolarmente virulenta del virus, l'H5N1, dall'oriente, sfruttando le rotte migratorie degli uccelli, comincia a raggiungere l'Europa. Come in una anticipazione dell'oggi, la paura del virus si fa strada. Allevatori disperati, danni economici ingenti, animali soppressi e messi in quarantena, ma soprattutto il timore di uno spillover, un "salto di specie" che avrebbe scatenato la possibilità di un contagio da uomo a uomo. La storia di come abbiamo evitato una pandemia e di quegli scienziati che hanno tenuto sotto controllo, con mille occhi, il virus nel suo serbatoio animale evitando il peggio. A raccontarla una di loro: Ilaria Capua.
Il 14 ottobre 1980, a cadere per primo sotto i colpi del mondo che sta per arrivare è il mito della divisione del lavoro in sfruttatori e sfruttati. Quel 14 ottobre a Torino si scopre
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Il 14 ottobre 1980, a cadere per primo sotto i colpi del mondo che sta per arrivare è il mito della divisione del lavoro in sfruttatori e sfruttati. Quel 14 ottobre a Torino si scopre l'esistenza di una terza figura, il lavoratore che sta col padrone. A innescare tutto è la crisi nella vendita delle auto. Per salvaguardare il profitto, la Fiat tenta di contrattare licenziamenti e cassa integrazione con i sindacati che, in risposta, occupano gli stabilimenti di Mirafiori per 35 giorni. Invece della polizia, i vertici Fiat scatenano contro gli occupanti i loro stessi colleghi, colletti bianchi e quadri dell'azienda torinese, che sfilano in 40mila per le vie di Torino chiedendo la ripresa del lavoro e il ridimensionamento dei sindacati. Per la prima volta nella storia, dei lavoratori si confrontano in piazza contro altri lavoratori, in un momento che segna l'inizio del declino della classe operaia e della rappresentanza sindacale e l'inizio di un mondo nuovo.
23 ottobre 2011 a Sepang muore Marco Simoncelli, ha solo 24 anni e su quello stesso circuito qualche anno prima ha festeggiato il titolo di Campione del Mondo nella categoria 250. La
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23 ottobre 2011 a Sepang muore Marco Simoncelli, ha solo 24 anni e su quello stesso circuito qualche anno prima ha festeggiato il titolo di Campione del Mondo nella categoria 250. La vita spesa a inseguire un sogno che alla fine ti uccide. Marco Simoncelli aveva sfiorato più volte il primo posto nella Moto Gp, la serie A delle due ruote, e anche quel pomeriggio, in Malesia, era partito in seconda fila. Il Sic, come lo chiamavano i suoi fans, stava lottando per rimontare nel momento in cui un incidente gli costa la vita. Una morte in diretta, sotto l'occhio della telecamera, tragicamente regala a Marco la gloria e l'amore della gente che aveva inseguito nella vita. La storia è ripercorsa attraverso le parole di Paolo Beltramo, giornalista sportivo e grande amico del Sic.
La notte del 29 ottobre 2018 la tempesta Vaia devasta chilometri e chilometri di boschi nel Nord-Est. La furia del vento è talmente grande che in una sola notte abbatte 14 milioni di
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La notte del 29 ottobre 2018 la tempesta Vaia devasta chilometri e chilometri di boschi nel Nord-Est. La furia del vento è talmente grande che in una sola notte abbatte 14 milioni di alberi nel Nord Italia. Eppure quello della tempesta Vaia è tragicamente "il vento della verità". La verità del cambiamento climatico che diventata tangibile ed evidente quando la tempesta travolge tutto. Con Vaia la natura prende il sopravvento e vince sull'uomo. Vendicandosi. Eppure, nonostante questo, l'essere umano continua a fare finta di niente, aspettando il prossimo disastro. Una storia raccontata da una donna che in quella notte ha visto distruggere i suoi amatissimi boschi.
1970, inizia 90° minuto, per la prima volta lo sport in Tv si vede e non si ascolta. L'Italia di quegli anni è attraversata dalla prima grande crisi economica del dopoguerra e dalla
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1970, inizia 90° minuto, per la prima volta lo sport in Tv si vede e non si ascolta. L'Italia di quegli anni è attraversata dalla prima grande crisi economica del dopoguerra e dalla violenza del terrorismo, ma la domenica è sacra: quella dei cattolici ruota attorno alla messa, quella dei maschi italiani avrà come perno, fino all'avvento della pay-tv, il programma "90° minuto", che va in onda alle 18 sulla Rai. I pochi minuti divisi tra collegamento con gli stadi e sintesi delle partite, sono una novità assoluta per gli appassionati. Per la prima volta, gesta e gol dei giocatori vengono mostrati e non solo raccontati da radio e giornali. Donatella Scarnati, ex inviata del programma, ci racconta l'enorme successo di 90° minuto che diventa ben presto un cult fra gli appassionati del pallone. È l'inizio di quella che sarà la dittatura della televisione sul calcio, ma a quel tempo nessuno lo sa, e tutto è piuttosto artigianale.
11 novembre 2007. Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, muore mentre si sta recando a Milano per seguire la sua squadra in trasferta. Colpito al collo in autogrill da un colpo di pistola
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11 novembre 2007. Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, muore mentre si sta recando a Milano per seguire la sua squadra in trasferta. Colpito al collo in autogrill da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia che si trovava dall'altro lato della carreggiata. Il racconto di una morte assurda, impensabile. I tentativi di colpevolizzare e screditare la vittima, la battaglia della famiglia per ottenere giustizia. Un racconto intimo ed emozionale sviluppato attraverso il ricordo del fratello maggiore di Gabriele, Cristiano Sandri.
A 20 anni dall'assassinio della giornalista del Corriere Maria Grazia Cutuli, ripercorriamo quel giorno grazie al racconto di Carlo Verdelli, all'epoca dei fatti vicedirettore del
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A 20 anni dall'assassinio della giornalista del Corriere Maria Grazia Cutuli, ripercorriamo quel giorno grazie al racconto di Carlo Verdelli, all'epoca dei fatti vicedirettore del quotidiano. Maria Grazia non doveva essere in Afghanistan, doveva partire e tornare in Italia per ricevere il cambio da un altro collega della redazione esteri. Ma vuole seguire una pista e chiede a Verdelli il permesso di restare un altro po' per terminare un articolo a cui teneva molto. Quando il 19 novembre 2001 arriva il momento di partire, perde il convoglio di giornalisti che era partito due ore prima. La vita a volte è questione di secondi o di millimetri ed è così che Maria Grazia sarà costretta a prendere un nuovo convoglio che la porterà a essere uccisa sulla strada per Kabul da dei fuorilegge afgani. Maria Grazia non aveva lo scoop in tasca, non aveva scoperto qualcosa di pericoloso, non viene uccisa perché è una giornalista scomoda, semplicemente è vittima di un tragico destino.
È un sabato sera come tanti altri, Sara Di Pietrantonio ha 22 anni e sta tornando a casa, non sa che Vincenzo Paduano, il suo ex fidanzato, la sta pedinando. Il ragazzo cova un forte
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È un sabato sera come tanti altri, Sara Di Pietrantonio ha 22 anni e sta tornando a casa, non sa che Vincenzo Paduano, il suo ex fidanzato, la sta pedinando. Il ragazzo cova un forte risentimento nei confronti di Sara, la perseguita, la minaccia, progetta di fargliela pagare per essere stato lasciato. Quel sabato, mentre Sara percorre Via della Magliana a Roma, viene speronata da un'altra auto ed è costretta a fermarsi al lato della strada. A speronarla è Vincenzo. Paduano sale in macchina con Sara, discutono, lui le versa addosso dell'alcol. La ragazza fugge verso la strada, cerca di chiedere aiuto ai passanti, nessuno si ferma. Vincenzo la raggiunge, la strangola per cinque interminabili minuti e le dà fuoco. Poi raggiunge la macchina di Sara e brucia anche quella. Ad arrivare per prima sul luogo di quell'inferno è Maurizia Quattrone, all'epoca in forze alla Squadra mobile di Roma. Una donna che indaga per cercare la verità sull'assassinio atroce di un'altra donna. Una storia per riflettere sul femminicidio e per celebrare il 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
1° dicembre 1988, prima giornata mondiale dell'AIDS. Cagliari, la giovanissima attivista sieropositiva Rosaria Iardino viene immortalata mentre simbolicamente bacia l'immunologo Fernando
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1° dicembre 1988, prima giornata mondiale dell'AIDS. Cagliari, la giovanissima attivista sieropositiva Rosaria Iardino viene immortalata mentre simbolicamente bacia l'immunologo Fernando Aiuti per dimostrare con una foto che l'HIV non si trasmette con un bacio e combattere lo stigma della società dell'epoca. Negli anni '80 e '90 parlare di AIDS e di sieropositività è un tabù, la malattia è vista come un castigo divino e viene brandita come un'arma dai custodi della purezza e dei valori della famiglia contro il disgregarsi della morale. Com'era accaduto in passato a lebbrosi e malati di mente, il virus perde il suo carattere scientifico e ne assume un altro: quello del marchio d'infamia. Il colpito, prima che un malato da curare, è un sovversivo dell'ordine costituito e questa atroce malattia è vista come una giusta punizione, un'onta di cui vergognarsi. Il mondo fa un passo all'indietro verso il medioevo.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 in seguito a un grave incendio sulla linea 5 della lavorazione dell'acciaio alla fabbrica Thyssen di Torino, perdono la vita sette operai.
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Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 in seguito a un grave incendio sulla linea 5 della lavorazione dell'acciaio alla fabbrica Thyssen di Torino, perdono la vita sette operai. Accade non in un paesino sperduto, ma a Torino, culla della civiltà operaia, in uno stabilimento con radici in Germania, la patria della sicurezza e dell'efficienza. Dopo un processo lungo 9 anni, i due manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, sono stati condannati. Ma è davvero stata fatta giustizia? A riflettere sulla vicenda la firma di Repubblica Ezio Mauro, che fra i primi si recò a Torino per parlare con testimoni, familiari delle vittime e superstiti.
Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2003 un'interruzione di corrente elettrica colpì l'Italia intera, forse a causa di un albero caduto sui fili dell'alta tensione in Svizzera. Per
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Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2003 un'interruzione di corrente elettrica colpì l'Italia intera, forse a causa di un albero caduto sui fili dell'alta tensione in Svizzera. Per una straordinaria coincidenza, proprio quella notte a Roma era in corso la prima edizione della notte bianca, che aveva riunito nella Capitale 500mila persone, molte delle quali rimasero bloccate sui mezzi di trasporto pubblici. L'energia fu ripristinata solo nel corso della giornata del 29, prima al nord, poi al centro e poi al sud. L'ultima regione a riaccendere la luce, alle 22, fu la Sicilia. Nella totalità del blackout solo le radio continuarono a funzionare. Il Paese si trovò unito nel destino avverso e sperimentò per poche ore la privazione di tutto ciò che considerava acquisito e indispensabile. A ripercorrere quelle ore di buio è il giornalista radio Giorgio Zanchini.
Il 26 dicembre 2004 la Thailandia è travolta dall'onda di uno Tsunami. Muoiono centinaia di migliaia di persone, chi sopravvive ha ancora le immagini di quella tragedia davanti agli
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Il 26 dicembre 2004 la Thailandia è travolta dall'onda di uno Tsunami. Muoiono centinaia di migliaia di persone, chi sopravvive ha ancora le immagini di quella tragedia davanti agli occhi. È il caso di Ernestina Sandrini, improvvisamente travolta mentre era in vacanza in Thailandia con suo marito e i suoi due bambini da un destino impensabile. Comprare un sogno e trovarsi dentro un incubo. L'ultima foto del rullino non è quella scattata davanti alla scaletta dell'aereo di ritorno, ma quella dell'onda che si porta via tutto.
Michael Schumacher è uno dei piloti più amati e vincenti di sempre, ha sfidato la morte per anni, correndo a 300 km orari sulle piste di formula 1. Ha lasciato solo da qualche anno le
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Michael Schumacher è uno dei piloti più amati e vincenti di sempre, ha sfidato la morte per anni, correndo a 300 km orari sulle piste di formula 1. Ha lasciato solo da qualche anno le corse ed è all'apice del successo, pronto a godersi la vita che si è guadagnato correndo quando il 29 dicembre 2013, mentre sta sciando, cade ferendosi gravemente. Michael entra in coma, passa molti mesi in ospedale per poi essere dimesso. Non comparirà più in pubblico, non tornerà più ad essere il campione che tutti conoscevano, la sua vita oggi è avvolta nel totale riserbo della famiglia. Luca Cordero di Montezemolo che, da presidente della Ferrari, con Schumacher ha condiviso le vittorie più belle, ci regala un ritratto inedito del pilota tedesco e dell'uomo dietro il campione. Una riflessione sulla fatalità di un destino tragico.
1^ gennaio 2002, l'Europa unita festeggia l'arrivo dell'Euro. Il passaggio dalla lira all'euro e l'avvento della moneta unica raccontato da Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e
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1^ gennaio 2002, l'Europa unita festeggia l'arrivo dell'Euro. Il passaggio dalla lira all'euro e l'avvento della moneta unica raccontato da Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea, uno dei principali protagonisti di quel sogno europeo. «L'euro è stato sicuramente l'evento finanziario economico più importante del dopoguerra. Per alcuni è stato anche più di questo, è stato un avvenimento politico, è stato il compimento di un sogno ed è stata la prova tangibile, visibile che l'Europa è unita».
Erano giorni difficili per l'Italia. Da poco si era insediato il governo Monti e lo spread aveva raggiunto, nel novembre 2011, quota 574. Il Paese era sull'orlo del default e il
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Erano giorni difficili per l'Italia. Da poco si era insediato il governo Monti e lo spread aveva raggiunto, nel novembre 2011, quota 574. Il Paese era sull'orlo del default e il naufragio della Concordia, la sera del 13 gennaio 2012, assurse a esempio del disastro nazionale. Con la figura dell'eroe, il comandante Gregorio De Falco, che faceva il proprio dovere coordinando i soccorsi e dell'anti-eroe, il comandante Francesco Schettino, che abbandonava la nave mentre affondava, Francesco Schettino. Due capitani a confronto che mostrano due volti opposti del Paese.
Il 13 novembre 2015, Parigi è colpita da una serie di attentati terroristici. Fra le vittime che cadono al Bataclan c'è anche Valeria Solesin, ricercatrice italiana che lavorava in
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Il 13 novembre 2015, Parigi è colpita da una serie di attentati terroristici. Fra le vittime che cadono al Bataclan c'è anche Valeria Solesin, ricercatrice italiana che lavorava in Francia. La storia di una ragazza della cosiddetta "generazione Erasmus", un cervello in fuga che, come un altro ricercatore Giulio Regeni, viene travolta da un destino impensabile: Valeria Solesin, cittadina del mondo, morta sotto i colpi dell'attentato terroristico al Bataclan. A raccontare i fatti Dario Solesin, fratello minore di Valeria.
Un guru improbabile e senza esperienza medica, Davide Vannoni, inventa "Stamina" una cura miracolosa contro le malattie neurodegenerative. Alle piazze del caso Di Bella si sostituisce la
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Un guru improbabile e senza esperienza medica, Davide Vannoni, inventa "Stamina" una cura miracolosa contro le malattie neurodegenerative. Alle piazze del caso Di Bella si sostituisce la televisione e un certo giornalismo scandalistico che esalta Vannoni e spinge la sua cura. Ma come è possibile che Vannoni, una laurea in scienze della comunicazione nessuna competenza medica, riesca a spacciarsi per un luminare, un guru della medicina, convincendo migliaia di persone dell'efficacia delle sue cure? Il potere persuasivo della comunicazione e la costruzione della figura del guru raccontati dalla linguista Vera Gheno.
Il 3 febbraio 2018, Luca Traini esce di casa, sale in macchina e inizia a sparare ai migranti che trova lungo le strade della sua città. Ne colpisce sei. Ai poliziotti che lo fermano
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Il 3 febbraio 2018, Luca Traini esce di casa, sale in macchina e inizia a sparare ai migranti che trova lungo le strade della sua città. Ne colpisce sei. Ai poliziotti che lo fermano dopo due ore, mentre è avvolto nella bandiera tricolore, dice che l'ha fatto per rivendicare l'omicidio di Pamela Mastropietro, morta e fatta a pezzi pochi giorni prima dal nigeriano Innocent Oseghale. In questo clima di paura e tensione, si affacciano le elezioni politi-che. Tra i primi ad arrivare a Macerata c'è l'allora ministro dell'Interno Marco Minniti. «Quando una democrazia non risponde alla paura dei cittadini e lascia da soli i cittadini di fronte alla paura c'è il rischio che qualcuno si senta giustiziere, c'è il rischio che qualcuno pensi di poter interpretare quel sentimento di paura, pensa di potergli rispondere a quel sentimento di paura, e da qui nasce il gesto folle e terroristico».
La notte tra il 25 e il 26 marzo 2017 Emanuele Morganti è uscito di casa, nei pressi di Alatri, come tante altre volte per trascorrere una serata con gli amici. Non andrà così. Senza un
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La notte tra il 25 e il 26 marzo 2017 Emanuele Morganti è uscito di casa, nei pressi di Alatri, come tante altre volte per trascorrere una serata con gli amici. Non andrà così. Senza un reale motivo, Emanuele viene preso di mira mentre è al bancone del locale del suo paese insieme alla sua fidanzata. Iniziano le prime spinte che si trasformano in un inseguimento nella piazza del paese. È il branco che vuole colpire la preda e non si ferma fino a quando non è a terra, priva di forze. È la provincia che si trasfigura. Emanuele morirà alcune ore dopo, in ospedale a Roma, mentre sua sorella Melissa gli stringe la mano più forte che può. «Io sono certa che se avessero dato l'ergastolo a queste persone non sarebbe cambiato niente per me, Emanuele non torna. Però abbiamo sempre sostenuto che forse mio fratello poteva avere giustizia se questa tragedia fosse servita a evitarne altre. Invece dopo c'è stato Nicolò, c'è stato Willy, dopo Emanuele ci sono stati tanti altri ragazzi ammazzati senza
Sandro Pertini, il Presidente pop: quello dell'Italia della Liberazione e della partita a carte con Dino Zoff dopo il trionfo dell'Italia ai mondiali; quello delle campagne elettorali su
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Sandro Pertini, il Presidente pop: quello dell'Italia della Liberazione e della partita a carte con Dino Zoff dopo il trionfo dell'Italia ai mondiali; quello delle campagne elettorali su furgoncini di fortuna ma anche quello a cui Enzo Biagi dava del tu durante le interviste. Pertini è stato un Presidente che ha segnato l'immaginario collettivo del Paese e ha incarnato alla perfezione il senso delle Istituzioni, un Presidente capace di far sentire lo Stato vicino agli Italiani. «Pertini è il presidente più amato dagli italiani: uno si può domandare perché» sottolinea Ugo Intini, ex direttore dell'Avanti!. «Io credo perché si comportava esattamente come gli italiani, aveva un modo di fare che agli italiani è familiare, tutti si riconoscono in tanti gesti che lui ha fatto nel bene e nel male, a volte sbagliava anche, ma anche per questo era più umano e vicino a quello che un normale cittadino è». Durante il lockdown diventò virale il video di Mattarella che in un fuori onda scherzava sul
13 febbraio 1977, Radio Luna. Per la prima volta il silenzio della notte viene svegliato dalla voce di Cicciolina: è il suo «Voulez vous coucher avec moi». Così la Rivoluzione dell'Amore
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13 febbraio 1977, Radio Luna. Per la prima volta il silenzio della notte viene svegliato dalla voce di Cicciolina: è il suo «Voulez vous coucher avec moi». Così la Rivoluzione dell'Amore arriva in Italia, dopo essere partita dagli States con il movimento hippy di fine anni Sessanta. Ilona Staller, insieme a Moana Pozzi e Riccardo Schicchi, ridisegna i confini della sensualità, della sessualità e della percezione del corpo delle donne. Esuberante e coloratissima, con la sua coroncina di fiori arriva in Parlamento: è la prima volta di una pornostar. «Non era una donna arrabbiata» racconta la scrittrice Melissa Panarello. «In Cicciolina non c'era una rivendicazione forte, di rabbia, di "datemi quello che mi avete tolto". C'era semplicemente "sto qui perché voglio che tutti siamo liberi perché io sono libera e voglio liberare anche gli altri". Però lo facciamo sorridendo».
Lucio Dalla interprete eccezionale di una musica che partiva dal desiderio di divertire e di far stare insieme le persone come nella sua famosissima "Piazza Grande". La storia di un
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Lucio Dalla interprete eccezionale di una musica che partiva dal desiderio di divertire e di far stare insieme le persone come nella sua famosissima "Piazza Grande". La storia di un cantautore, ma anche uomo di spettacolo a tutto tondo, che con le sue canzoni e la sua passione è riuscito a raccontare l'anima di un Paese. «Lucio era così, a volte mi chiamava nel cuore della notte pieno di entusiasmo e per dirmi: "Ascolta questo capolavoro, ma senti che roba che ho fatto!". Ma sarebbe bello adesso sentire squillare ancora quel telefono e ritrovare quella voce, ma mi ha lasciato la sua musica». A dieci anni dalla sua morte, Ron, uno degli amici più intimi di Lucio, ripercorre la vita di uno straordinario artista.
Edimburgo 1997. Gli scienziati rivelano pubblicamente che sette mesi prima sono riusciti nell'impossibile: hanno dato la vita alla pecora Dolly. Il papà di Dolly è Ian Wilnut e Dolly non
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Edimburgo 1997. Gli scienziati rivelano pubblicamente che sette mesi prima sono riusciti nell'impossibile: hanno dato la vita alla pecora Dolly. Il papà di Dolly è Ian Wilnut e Dolly non è solo una pecora, ma è destinata a entrare nella storia della scienza come il primo animale clonato a partire dal nucleo di una cellula somatica adulta. «Con la nascita di Dolly ha avuto origine una rivoluzione scientifica al punto che si sono dovuti riscrivere alcuni testi di biologia», spiega il professor Cesare Galli, scienziato che ha collaborato con Wilnut e fondatore del laboratorio Avantea dove sono stati clonati il primo toro e il primo cavallo in Italia. «Le ricerche che hanno portato alla nascita della pecora Dolly hanno aperto nuovi scenari per lo sviluppo di terapie innovative per la salute umana». Un risultato arrivato dopo anni di studi e ricerche. «Oggi più che mai la scienza ha un ruolo di primo piano nella società causa la pandemia, tuttavia come con Dolly, come con il vaccino, la sci
Tre anni fa, il 15 marzo 2019, per la prima volta sono scesi in piazza milioni di studenti uniti da un unico obiettivo: gridare ai potenti del mondo che non c'è più tempo da perdere per
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Tre anni fa, il 15 marzo 2019, per la prima volta sono scesi in piazza milioni di studenti uniti da un unico obiettivo: gridare ai potenti del mondo che non c'è più tempo da perdere per salvare il Pianeta. «There is no Planet B», si leggeva sui tanti cartelli esposti in oltre duemila città. È l'ufficializzazione del movimento «Fridays For Future», guidato dall'attivista svedese Greta Thunberg. «Siamo arrabbiati ma la nostra rabbia viene dalla speranza perché se credessimo che la battaglia per il clima fosse già perduta non avremmo bisogno di protestare, saremmo già arresi», racconta Martina Comparelli, 27 anni, portavoce nazionale del movimento Fridays For Future. «E invece no, abbiamo la certezza scientifica che c'è ancora tanto spazio per agire anche se c'è poco tempo e questo ci rende ancora più arrabbiati. Abbiamo una grossa possibilità di uscirne bene e non stiamo facendo abbastanza».
5 Aprile 1992 Inizia l'assedio di Sarajevo. Una a guerra a due passi da casa nostra. Vicina ma conosciuta solo per quei due minuti nei telegiornali dell'epoca e poi subito velocemente
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5 Aprile 1992 Inizia l'assedio di Sarajevo. Una a guerra a due passi da casa nostra. Vicina ma conosciuta solo per quei due minuti nei telegiornali dell'epoca e poi subito velocemente rimossa senza essere mai stata veramente capita. A 30 anni da quella guerra, il più grande lockdown del mondo occidentale degli ultimi 50 anni ripercorso in alcuni dei suoi momenti cruciali attraverso i ricordi del fotoreporter di guerra Mario Boccia.
Il 23 marzo 1980 sulla pista rossa dello stadio Olimpico di Roma arrivano all'improvviso le macchine della Guardia di Finanza. Si è appena conclusa la partita Roma - Perugia, un incontro
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Il 23 marzo 1980 sulla pista rossa dello stadio Olimpico di Roma arrivano all'improvviso le macchine della Guardia di Finanza. Si è appena conclusa la partita Roma - Perugia, un incontro sportivo poco emozionante, ma quell'immagine, così anomala, sarà destinata a diventare il simbolo dello scandalo del calcioscommesse. È la fine dell'innocenza del calcio. Paolo Casarin, arbitro fra i più autorevoli dell'epoca e testimone dei fatti, ripercorre quei giorni raccontando la morte del calcio e la rottura del rapporto di fiducia con i tifosi, ma anche la rinascita dello sport più amato del nostro Paese con la vittoria dei mondiali nel 1982.
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