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Season 1
Dopo aver studiato alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Palermo, Libero Grassi proseguì l’attività commerciale del padre. Ma si dedicò anche alla politica, prima scrivendo
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Dopo aver studiato alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Palermo, Libero Grassi proseguì l’attività commerciale del padre. Ma si dedicò anche alla politica, prima scrivendo articoli per vari giornali, poi partecipando anche attivamente.
Fu preso di mira da Cosa Nostra, che pretese il pagamento di un pizzo, ma si oppose coraggiosamente uscendo allo scoperto e denunciando i suoi estorsori. Pagò con la vita la sua “ribellione”: la mattina del 29 agosto 1991, mentre si recava a piedi al lavoro, fu ucciso con quattro colpi di pistola.
A Libero Grassi fu dedicata la Medaglia d’oro al valor civile.
Al centro la vicenda del giornalista Mario Francese (Claudio Gioè), cronista del “Giornale di Sicilia” che prima di tutti aveva iniziato a raccontare l’ascesa della mafia in Sicilia, a
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Al centro la vicenda del giornalista Mario Francese (Claudio Gioè), cronista del “Giornale di Sicilia” che prima di tutti aveva iniziato a raccontare l’ascesa della mafia in Sicilia, a partire dagli appalti di Riina e Provenzano per la diga Garcia. Per questo, fu ucciso nel gennaio 1979. Il film-tv racconta anche il lavoro del figlio Giuseppe (Marco Bocci) per cercare di riaprire le indagini sull’omicidio del padre.
Emanuela Loi (Greta Scarano), una degli agenti della scorta di Paolo Borsellino vittima dell’attentato nei suoi confronti del 19 luglio 1992. All’età di vent’anni si era arruolata,
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Emanuela Loi (Greta Scarano), una degli agenti della scorta di Paolo Borsellino vittima dell’attentato nei suoi confronti del 19 luglio 1992. All’età di vent’anni si era arruolata, interessandosi poi al mondo delle scorte. La regia è di Stefano Mordini.
Renata Fonte (Cristiana Capotondi), assessore e consigliere comunale di Nardò, si è battuta contro la corruzione dilagante, per cui fu uccisa il 31 marzo 1984, a causa di quei valori per
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Renata Fonte (Cristiana Capotondi), assessore e consigliere comunale di Nardò, si è battuta contro la corruzione dilagante, per cui fu uccisa il 31 marzo 1984, a causa di quei valori per cui aveva deciso di diventare amministratrice e cercare, così di migliorare il proprio paese, dividendosi tra il suo ruolo di madre e quello di personaggio pubblico. La regia è di Fabio Mollo.
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