La Serena, Cile. Parte da questa città sull'Oceano Pacifico l'avventura di Jovanotti verso le alture andine. Il tempo di assemblare la bici ed ecco le prime pedalate lungo la Panamericana. In un giorno particolare, in cui un grande campione delle due ruote avrebbe compiuto 50 anni: Marco Pantani.

"La mia casa ha mare e terra". Continua la pedalata di Lorenzo, accompagnato dalle parole del poeta cileno Pablo Neruda. Un viaggio da dieci ore al giorno in sella, sotto un sole ustionante, attraverso panorami e strade senza fine. E non senza qualche incontro inatteso, come quello con i pinguini.

Sveglia prima dell'alba: le ore del mattino sono le migliori per cercare di anticipare il vento contrario e il sole asfissiante. E anche per affrontare questa tappa durissima, nel cuore del deserto di Atacama, la filosofia di Jova non cambia: la meta si raggiunge una pedalata alla volta.

Questo pianeta è un miracolo, un miracolo che Lorenzo celebra in ogni metro del suo viaggiare. In questo episodio pedala per chilometri, un saliscendi continuo tra le dune del deserto da una parte e le fragorose onde dell'Oceano dall'altra. Guardando l'orizzonte, da una tenda piantata nel nulla, in attesa dell'alba.

C'è un Portofino anche nel Nord del Cile, sosta obbligata nella rotta verso il Parco nazionale Pan de Azúcar. Scenari che portano a sentirsi parte della natura e Lorenzo sceglie di fare una giornata senza parlare. Ma non prima di aver stretto la mano ad Ilse, un'olandese volante di 70 anni in sella da ben quattro mesi.

Sosta nella città di Antofagasta, per andare in aeroporto ad accogliere l'amico Augusto e la sua bici. Sono i cento anni dalla nascita di Federico Fellini, e il regista è comparso in sogno a Lorenzo, aggiungendo poesia e stupore a questo viaggio sempre più psichedelico. Ma lo sguardo è già lassù, verso le Ande.

San Pedro de Atacama, 2000 metri sul livello del mare. E' l'obiettivo di questo episodio: una lunga salita per avvicinarsi all'ebbrezza dei 4 mila sulle due ruote. La nebbia, il sole, il vento: la natura si mostra in tutte le sue facce, e non resta che risponderle con la gioia di un ballo in mezzo alla strada.

Sentirsi come dei lama, liberi come il vento a due passi dal cielo. Tra foglie di coca nel palato, come antica usanza degli andini e nuvole nel cielo dalle forme più bizzarre, Lorenzo e Augusto arrivano a toccare i 4.800 metri. Un trip, nel cuore e nella testa, per non trovare risposte ma per cercare domande.

Una notte in tenda, a quasi 5mila metri. Neve, ghiaccio e un'alba mai vista. In lontananza s'inizia a scorgere il confine argentino, ma mancano ancora tanti metri e tanti lama. E poi una bicicletta, in senso contrario: un nuovo incontro che diventa occasione per specchiarsi in se stessi.

Dopo ogni salita… c'è un'altra salita. E' forse la giornata più dura per Lorenzo quella che lo accompagna verso la grande salina di Jujuy, tappa intermedia prima di arrivare a Salta. E' il momento di salutare Augusto, che lasciate le Ande alle spalle, se ne torna in Italia con la bici in valigia.

"Questo è un viaggio importante, da qui scaturiranno cose". Riparte il viaggio in solitaria di Lorenzo, e lungo la suggestiva rotta verso Cafayate si vede come un uomo errante in sella a un cavallo tecnologico. Lasciando campo aperto a riflessioni sulle potenzialità del corpo e sulla necessità di recuperare quelle dello spirito.

Inizia l'ultima settimana, quella della pampa sconfinata. Rettilinei infiniti, con scenari sempre nuovi e imprevedibili: ogni giorno è un pianeta diverso, e Lorenzo se lo gode metro dopo metro. E dopo una notte passata come unico cliente in una pensione di provincia, si pedala ancora verso Sud.

Le previsioni del tempo annunciano due giorni di temporali, e i lampi del mattino confermano che il meteo a volte è una scienza esatta. Ci vuole tanta grinta per affrontare la pioggia incessante e il forte vento, ed arrivare finalmente a Cordoba. Per visitare la città e rendere un omaggio particolare alla madre di Che Guevara.

Dopo un trasferimento in pullman ecco Buenos Aires, che Lorenzo visita in ogni suo quartiere tra ballerini di tango e tifosi del Boca, nostalgici di Evita e appassionati di opera. Un'ultima pedalata, in una città viva e incasinata, per poi affidarsi al gusto delle immagini impresse nella memoria.

Si smonta la bicicletta, il viaggio è finito. Ma prima della partenza Lorenzo dedica la giornata a dei monumenti della cultura argentina, e non solo: i poeti Jorge Luis Borges e Julio Cortáza insieme al cantautore Carlos Gardel. Perché anche grazie a loro… "Non voglio cambiare pianeta".

Una puntata speciale, tra Cortona e Forlì, per svelare a pedali fermi la genesi del viaggio e la nascita del docutrip. Dal come nasce un viaggio al come nasce una colonna sonora, dall'amicizia con Gus ai massaggi di Fabrizio, Lorenzo si racconta, con un occhio allo ieri e uno al domani.