Riparte la serie autunnale di Un giorno in pretura, lo storico programma di cronaca giudiziaria di Roberta Petrelluzzi, che festeggia quest'anno il suo trentennale di messa in onda. Il primo processo di questa nuova edizione vede seduto sul banco degli imputati Mirko Alessi, un tranquillo artigiano fiorentino che nella notte del 29 giugno del 2016 accoltella per ben 94 volte Kimberly, una transessuale brasiliana di cui era cliente abituale. Uccide anche Mariela, una giovane donna sudamericana, presente quella notte in quella casa. Si salva solo una terza amica, lanciandosi terrorizzata dalla finestra. Mirko in aula confesserà. Una confessione sconvolgente che lascia aperti molti interrogativi.

In onda la seconda e ultima parte del processo celebrato presso la Corte di Assise di Firenze a carico di Mirco Alessi. Perche' Mirco Alessi ha inferto con brutale ferocia 94 coltellate alla trans Kimberly? E perche' uccide anche Mariela, una giovane donna sudamericana? Un viaggio nella mente di un uomo mite che mai aveva rivelato una natura cosi violenta. Per l'accusa un disegno delittuoso dai contorni oscuri, per la difesa la parabola di una follia.

A "Un giorno in pretura", il primo processo in Italia per epidemia dolosa. Valentino Talluto è accusato di avere volontariamente infettato con il virus dell'HIV più di 30 ragazze. Talluto e le sue vittime si conoscevano attraverso siti di incontro via chat, e Talluto era capace di corteggiarle, sedurle, e farle innamorare. Ma a nessuna diceva il suo segreto, che aveva il virus dell'HIV. Sul banco dei testimoni si avvicendano numerose donne, che confesseranno che una volta scoperto di avere contratto il virus, avevano desiderato di morire. Donne che si sono dovute ricostruire un'identità, che hanno dovuto imparare a convivere con il fatto che la loro vita non sarebbe stata mai più come quella di prima.

Seconda e ultima parte del processo celebrato nella Corte d'Assise di Roma a carico di Valentino Talluto, che rischia l'ergastolo per avere, secondo l'accusa, infettato volontariamente con il virus dell'HIV più di 30 donne. Tutte le ragazze che sono sfilate sul banco dei testimoni hanno raccontato storie intime e personali, hanno affrontato una prova emotiva dolorosa e difficile, hanno dimostrato di possedere coraggio e dignità. Ma Valentino Talluto è veramente il mostro e l'untore che tutti dicono, o la diffusione della malattia è stata solo un gesto incosciente di ignoranza

In una notte di febbraio di qualche anno fa, una ragazza di 23 anni si presenta sconvolta al pronto soccorso del San Camillo di Roma. Parla appena e confusamente racconta ai medici di aver partorito, ma dove ha messo il bambino? Viene accusata di infanticidio. Nel processo sfileranno numerosi testimoni per rispondere a tutte queste domande: dove e quando Marika ha partorito? Ha ucciso il proprio bambino? E' stata aiutata da qualcuno? E perché l'ha ucciso? Un processo drammatico che aiuta a capire l'ingenuità, la semplicità e la solitudine di una ragazza molto giovane.

È una normale sera di maggio a Cecchina, località dei Castelli Romani, quando numerosi colpi di arma da fuoco terrorizzano gli abitanti di una palazzina. Il bilancio è pesante: due morti e due feriti gravi, ma nessun indizio sull'identità e sul movente degli assassini. Secondo gli inquirenti, le vittime si erano incontrate per affari di droga, e infatti tutto sembra ruotare intorno al mondo di Fabio Giorgi, noto spacciatore di cocaina. La corte del tribunale di Frosinone ripercorre la sua ultima movimentata giornata, il giorno di un compleanno che non festeggerà mai. Al banco degli imputati due amici e clienti abituali di Giorgi: Sante Fragalà, uomo legato ad ambienti mafiosi catanesi, e la sua compagna Ausonia Pisani, una vigile urbana figlia di un importante generale dei Carabinieri.

Ha confessato, Sante Fragalà: è lui che ha sparato a quattro persone, uccidendone due, in un appartamento di Cecchina, località dei Castelli Romani. Ma Fragalà invoca la legittima difesa: voleva solo proteggere la sua compagna Ausonia dall’aggressione inaspettata di una delle vittime, Fabio Giorgi. Ma perché il Giorgi, che era amico della coppia da diversi anni, avrebbe dovuto aggredirli? La corte di Frosinone dovrà indagare nei complicati rapporti fra la vittima, che di professione spacciava cocaina, e gli imputati, Sante Fragalà e Ausonia Pisani. Sono rapporti in cui droga, denaro, sogni di potere e sopraffazione quotidiana si intrecciano in un abbraccio letale che distrugge ogni amicizia.

Le torture nei campi libici contro gli immigrati nel processo davanti alla Corte d’Assise di Milano, che condanna all’ergastolo il somalo Osman Matammud. La Pubblica Accusa raccoglie le testimonianze di 17 immigrati, tra cui donne violentate, che nel 2016 riconoscono davanti alla Croce Rossa di Milano in Matammud il loro torturatore nel campo libico di Bani Walid. La CNN aveva mostrato al mondo intero il trattamento subito dai prigionieri suscitando l’indignazione generale. Ecco ora le testimonianze di chi ha subito torture di ogni genere, dalla violenza sessuale alle percosse ripetute, ai piedi legati per restare ore a testa in giù, alla bocca riempita di sabbia fino alla plastica bruciata sulla pelle. Una corte italiana ha smascherato e punito chi materialmente e sadicamente ha perpetrato questi crimini. Un documento eccezionale che interroga su quello che succede in quei campi a poche migliaia di chilometri da noi .

E’ la sera del 10 agosto del 2000. Nella macchina parcheggiata sotto casa, due ragazzi ascoltano musica. Il padre di uno di loro, dalla finestra aperta sente dei colpi e crede siano i fuochi d’artificio di una festa paesana. Il fuoco e’ pero’ quello dei kalashnikov. Sceso in strada non gli resta che tentare invano di soccorrere i ragazzi. Dopo anni di indagini il 19 gennaio 2006, a Napoli, inizia il processo in Corte d’Assise.

Un caso molto noto e discusso, il caso Ciontoli. E' il 17 maggio del 2015 quando Marco Vannini, 20 anni, si ferma per la notte a casa della fidanzata, Martina Ciontoli. Poco dopo la mezzanotte giunge una chiamata al 118 in cui il padre di Martina, Antonio Ciontoli, chiede soccorso per un piccolo incidente avvenuto a Marco mentre era in bagno. La realtà però è un'altra: il ragazzo è stato colpito da un colpo di pistola, e morirà dissanguato nel corso della notte. Di fronte alla Corte d'Assise di Roma, presieduta dalla dott.ssa Anna Argento, tutta la famiglia Ciontoli è accusata di omicidio volontario. Molte sono le domande a cui il processo deve rispondere: perché i Ciontoli non hanno chiamato subito i soccorsi? Si erano accorti della gravità di ciò che era successo? E ancora, se fossero intervenuti senza indugio, Marco Vannini si sarebbe salvato? Un processo dove il dolore e l'emozione per una morte ingiusta e incomprensibile rischia di oscurare l'analisi dettagliata dei fatti.