Il mulino del Po - Lo sceneggiato

Russia, 1812. Nei giorni della ritirata napoleonica, il soldato Lazzaro Scacerni salva il capitano Mazzacorati dalle gelide acque del fiume Vop. L'ufficiale non sopravvive a lungo, e prima di morire lascia a Lazzaro una pesante eredità: un corno maledetto, contenente la ricevuta da consegnare a un ebreo di Ferrara per riceverne in cambio oro e pietre preziose. Nonostante Mazzacorati stesso lo prevenga che si tratta di un lascito sacrilego, Lazzaro decide di fare di tutto per impossessarsene.

Lazzaro scambia il tesoro con duemila scudi del contrabbandiere Raguseo. Può così avviare la costruzione di un mulino, che chiamerà il "San Michele". Stabilitosi lungo il fiume a Guarda Ferrarese, si trova presto in difficoltà perché gli affari non vanno bene, e pur di risolvere i suoi problemi scende a patti con alcuni malavitosi della zona. Nel frattempo, però, conosce anche la giovane Dosolina, di cui s'innamora.

Lazzaro si propone a Princivalle Malvegoli, padre di Dosolina, dicendosi pronto a sposare la ragazza anche senza dote, visto che la famiglia è ridotta in miseria. Intanto il contrabbandiere Fratognone avverte Lazzaro che il Raguseo trama contro di lui, ma il mugnaio per il momento preferisce rimandare la resa dei conti.

In una notte di tempesta la piena del Po minaccia il mulino, ma Lazzaro non vuole abbandonare Dosolina in preda ai dolori per la nascita imminente del loro primo figlio. Quando si decide a raggiungere il fiume, ormai sul punto di rompere gli argini, trova il suo garzone Beffa che, complice del Raguseo, tenta di far colare a picco il mulino.

Ricompare Fratognone, il quale fa visita a Lazzaro per proporgli un accordo: dato che entrambi hanno motivo di desiderare la morte del Raguseo, sarà il primo a farsi carico di eliminarlo una volta per tutte, in cambio dell'aiuto del mugnaio che dovrà agevolare la sua fuga traghettandolo dall'altra parte del fiume.