Past and Present

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La guerra greco-turca (4x82)


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Quando l’Impero ottomano esce sconfitto dalla Prima Guerra Mondiale, le potenze vincitrici cercano di spartirsi i suoi immensi territori. I greci, forti dell’alleanza con i paesi vincitori, ne approfittano per realizzare il sogno di una grande Grecia, espansa a oriente. Nel maggio 1919 truppe elleniche occupano Smirne - fiorente porto commerciale nella costa ovest dell’Anatolia abitato da una nutrita comunità greca - oltre a un vasto territorio nell’entroterra. Pagine di storia rilette dal professor Gastone Breccia e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”. Nel frattempo, però, dalle ceneri dell’Impero ottomano è nato il movimento nazionalista turco che, sotto la guida di Mustafa Kemal, il futuro Ataturk, conduce una lotta per l’indipendenza della Turchia. Sconfitti anche i greci, il 13 settembre 1922 l’esercito turco entra vittorioso a Smirne, mettendo a ferro e fuoco la città. 30 mila cristiani, soprattutto greci e armeni, muoiono nell’incendio o annegano nel tentativo di salvarsi. Nel 1923 il Trattato di Losanna definisce i nuovi confini della regione, assegnando l’Anatolia e la Tracia orientale alla nuova Turchia di Ataturk e sancisce lo “scambio di popolazioni” tra i due paesi. Oltre un milione e mezzo di greci ortodossi, nati e cresciuti in Anatolia, saranno costretti a trasferirsi in Grecia, mentre 400 mila turchi musulmani dovranno fare il viaggio nella direzione opposta.

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